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And the Oscar goes to… the Show!

Non si tratta del solito post sulla tecnica o sulla notizia delle prossima uscita di una rivoluzionaria telecamera. Per questa volta ci piace l’idea di proporvi alcune nostre considerazioni su uno degli spettacoli più attesi e visti al mondo: la cerimonia di premiazione della Motion Picture Academy di Los Angeles anche conosciuta come “la notte degli Oscar”.
Non saremo a commentare l’assegnazione dei premi o la disperazione dei delusi; si tratta delle nostre personalissime considerazioni sull’evento e non intendiamo presentarle come verità assolute.

  • La cerimonia ha più di 80 anni ma l’Academy ha saputo, negli anni, rinnovarne il formato e la durata. A tutt’oggi è ancora molto estesa per i nostri gusti europei ma non dimentichiamo che, come il superbowl, è anch’essa un grosso contenitore di campagne pubblicitarie dal costo esorbitante ed il suo obiettivo rimane massimizzarne i profitti.
  • Dall’attesa del Red Carpet al party post-show tutto è spettacolo, tutta fa spettacolo. Il red carpet è oggi una vetrina mondiali che pare indicarci i trend del prossimo anno (ho l’impressione che mai come quest’anno si venderanno smoking bianchi) con tanto di tribune, giornalisti assiepati/mimetizzati, selfie e tutto quello che in vita vostra considerate superfluo e stucchevole.
  • La scelta dei presentatori, specialmente negli ultimi anni, mostra che la “lezione dell’audience” è stata ascoltata e imparata. Ellen è uno dei personaggi più influenti in America e la sua attività su twitter si è di certo dimostrata per l’ennesima volta un’interessantissima voce sul suo curriculum vitae.
  • Anche se le gag sono preparate a tavolino rimane sempre molto divertente vedere Brad Pitt che azzanna una pizza e sfila altri 20 dollari di mancia o Bradley Cooper che allunga il braccio per il selfie più ritwittato della storia. A proposito di selfie, Engadget, dopo poche ore dall’evento, notava che è stato un nuovissimo (e ancora non disponibile) Galaxy S5 a scattare quella foto e nemmeno riusciamo a immaginare cosa Samsung sia stata disposta a spendere per infilare il suo nuovissimo smartphone nel taschino del tuxedo di Ellen.
  • Gli americani conoscono il mondo dello show-business come nessun altro popolo e hanno imparato che la prima regola è non prendersi mai troppo sul serio: lo dimostra il sito che oggi storpia il tuo nome come farebbe un impacciato John Travolta che durante l’evento ha chiamato Idina Menzel, Adele Dazeem. E così nasce il “stravolta il tuo nome” (scusate lo slancio ma in italiano per una volta suona meglio che in inglese) così come anche la pagina che elenca i momenti più imbarazzanti della serata.
  • L’importante non è vincere ma partecipare. Credo che il motto di De-Cubertin sia quantomai valido nel caso della “notte degli Oscar”. Nessuno delle più acclamate stelle di Hollywood si permette di boicottare o snobbare questo evento (a eccezione di Woody Allen ma la storia è lunga) perchè conta chi c’è ed esserci vuol dire guadagnare visibilità e rimpinguare il cachet.
  • L’Academy è un istituto di successo anche perchè ha una visione lungimirante. E’ con questo spirito che annuncia durante il suo evento più importante il progetto di costruire entro il 2017 il Museo dell’Arte del Cinema a Los Angeles, una struttura futuristica che ospiterà archivi, memorabilia, laboratori e tanto altro ha fatto del cinema la vera settima arte.

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